UN VIAGGIO BELLISSIMO

Il primo anno a bordo della grande nave di Build the Future ci ha offerto una lente di ingrandimento e ci fatto conoscere da più vicino la quotidianità di bambini e ragazzi, della necessità di una profonda sinergia tra le agenzie educative e ci ha accompagnati a una riflessione importante e alla base della progettualità proposta per l’anno 2019-2020.
Per questo motivo, in fase progettuale, il team psicosociale del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Area Vasta 3 ha ritenuto opportuno lanciare una sfida: quella di rendere le intere famiglie parte del cambiamento!

I fruitori del progetto, quest’anno, non sono stati solo i RAGAZZI, ma anche i DOCENTI e i GENITORI degli alunni delle classi quinte delle scuole primarie della città di Macerata.

Quando ci siamo chiesti in che misura e con quali modalità fosse utile interagire con le famiglie, ci siamo chiesti che riscontro avremmo ricevuto, quanta partecipazione ci sarebbe stata e quali temi fossero interessanti per gli adulti che sono alle spalle dei più piccoli con cui siamo soliti confrontarci. A cavallo con il passaggio dei ragazzi dalle scuole elementari alle scuole medie, l’ago della bilancia si è spostato sull’urgenza del CAMBIAMENTO, inteso come progresso e crescita.
Anatole France, premio Nobel per la letteratura, scriveva:
“Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non stiamo davvero vivendo”.
Siamo profondamente convinti dell’importanza del cambiamento come strumento: muove l’intera sfera emotiva, può assumere connotazioni positive e negative a seconda della nostra storia personale, ci mette davanti a reazioni nuove , costruisce una personalissima rete di significati e valenze emotive. È un aspetto importante, impegnativo, spesso poco conosciuto e frainteso perché difficile da comunicare.

Proprio per questo, dopo aver incontrato i ragazzi per lavorare sul tema attraverso strumenti e materiali di varia natura, abbiamo invitato i genitori a raggiungerci nelle aule con una lettera enigmatica. Partiamo proprio da qui.
“Perché una convocazione poco esplicativa?”, ci avete chiesto. È quasi inutile dire che volevamo incuriosirvi. Soprattutto, però , volevamo lanciare l’amo per l’incontro insieme, iniziato proprio con la nostra domanda: “I ragazzi vi hanno raccontato cosa abbiamo fatto in classe?”
Sapevamo, perché ce ne siamo accorti lo scorso anno quando vi abbiamo incontrati durante le realizzazioni con il team creativo o al festival, che avevate apprezzato il nostro lavoro ma che, forse, non ve lo avevamo raccontato fino in fondo e che non l’avevamo offerto anche a voi. Quindi abbiamo voluto aggiustare il tiro rendendovi partecipi: ci siamo lanciati insieme in un lavoro scandito da più fasi. 

La prima fase

La prima fase è stata quella più divertente per tutti noi, ragazzi compresi.
Li abbiamo invitati a raccontarvi il cortometraggio Piper, visto con loro precedentemente (http://www.buildthefuture.it/la-mia-onda-nella-giornata-mondiale-dei-diritti-dei-bambini-e-delle-bambine/ ) e poi abbiamo chiesto a voi genitori di metterlo in scena mimandolo. Poi, vi abbiamo fatto vedere proprio il cortometraggio di partenza.
Questa prima fase ci ha permesso di precisare che la comunicazione tra adulti e bambini è spesso complicata perché si svolge su piani concettuali diversi: se, da un lato, il bambino/ragazzo parla con la semplicità, la curiosità, la paura, la voglia di novità fornite dall’inesperienza, dall’altra parte l’adulto parte dal personale vissuto, lo offre , lo rende esplicito ed entra con difficoltà nel mondo dei più piccoli perché sembra -permettetemi il termine- superato. Questo preambolo ci ha accompagnati alla fase successiva.

La seconda fase

Nella seconda fase abbiamo invitato voi genitori a compiere un viaggio in mare aperto.
Vi abbiamo raccontato che le onde del mare simboleggiano le avventure e le paure che si possono incontrare. Così vi abbiamo chiesto quali onde pensate si possano incontrare in questo viaggio, lasciandovi esporre e confrontandoci su un punto di vista più adulto. Abbiamo chiacchierato toccando i temi più vari: l’incertezza del futuro, l’istinto di protezione, la difficoltà del genitore che spesso resta spettatore nella crescita, le difficoltà che ai più piccoli possono sembrare insormontabili, la sostanziale differenza tra la possibilità di consigliare e la voglia di imporre, la sfida ardua nel tenere aperto un canale di comunicazione anche quando ci sembra impossibile, il filo sottilissimo tra l’esperienza e il rischio.
Abbiamo riempito il nostro mare anche con le vostre onde e ci siamo messi in viaggio.

La terza fase

La terza fase, quella del viaggio, ci ha permesso di mettere in mare delle barche. Le barche sono gli strumenti che abbiamo per affrontare il viaggio.
(http://www.buildthefuture.it/vento-in-poppa-si-salpano-le-ancore/)
Le nostre capacità, le nostre attitudini, le nostre doti, i nostri valori, i nostri punti di forza e le nostre debolezze sono gli strumenti di cui potremo avvalerci per affrontare la crescita e il cambiamento. Abbiamo così diviso per aree tematiche le onde e le abbiamo cavalcate con le giuste imbarcazioni, scoprendo che nessuna di queste è invalicabile.

Quello fatto insieme è stato un viaggio bellissimo!

Al termine di questo lavoro, i ringraziamenti sono d’obbligo. Penso di poter parlare a nome di tutti noi operatori quando dico che ci avete offerto stimoli per una profonda riflessione.
Vi ringraziamo innanzitutto per la fiducia.
Molti di voi ci hanno raccontato esperienze personali, pensieri, riflessioni intime. Vi siete messi a nudo, ci avete parlato di voi, ci avete fatti entrare nella vostra quotidianità. Il ruolo di genitore è difficilissimo e il vostro coraggio dimostra che lo svolgete con grande attenzione e cura. Abbiamo raccontato di noi, ci siamo confrontati, ci siamo trovati in accordo e in disaccordo. Ci avete donato nuovi punti di vista e ci avete fatto capire che il nostro compito è sempre di più quello di sostenervi in questa bellissima avventura che è l’educazione.

Vi ringraziamo per averci permesso di lavorare con i vostri ragazzi, per averci fatto entrare in punta di piedi nelle loro aule e nelle loro vite.

Vi ringraziamo per averci offerto strumenti nuovi.
È bellissimo sapere che la vostra esperienza ci ha formati ed informati.

Vi ringraziamo anche per i vostri “grazie” sinceri, gli applausi a fine incontro, le strette di mano, gli occhi lucidi.

In questo momento più che mai, tutto il team di Build the Future vi è vicino e vi tende una mano, non abbiate paura di afferrarla. Costruiremo insieme un futuro in cui

ANDRÀ TUTTO BENE!

Elisa
Educatrice Team BTF