Quando arriviamo in una classe è sempre un momento di festa, soprattutto alle scuole medie.
Si sa, i ragazzi di 13 anni sono particolarmente contenti quando possono saltare una verifica, un’interrogazione o anche una semplice lezione frontale. Sanno, però, che non è il momento di rilassarsi troppo, che in maniera diversa, si lavora con altre modalità, su altre tematiche ed è per questo che, per la maggior parte di loro, gli incontri BTF rappresentano comunque un momento di grande impegno.
Nelle classi dove siamo stati quest’anno i ragazzi conoscevano già il progetto e gli operatori coinvolti nelle attività e avevano già una personale idea di quello che avremmo proposto loro.
Per questo primo incontro con il team psicosociale (il secondo del progetto), alcuni di loro, al nostro ingresso in classe, sono già pronti a spostare i banchi di lato e a creare un cerchio con le sedie, un setting che ha accompagnato tutti gli incontri della prima edizione BTF e che i ragazzi hanno molto apprezzato, visto che in classe sono pressoché sempre tutti rivolti verso l’insegnante e il confronto tra loro risulta difficile.
Questa volta invece no! I banchi rimangono come sono, ognuno al suo posto!
Non vi nascondo di aver avvertito un po’ di delusione da parte di qualcuno, delusione che però non ha avuto il tempo di conclamarsi sentendo l’incalzare della nostra prima domanda:
”Chi di voi ha Instagram?”
Stupiti da quella domanda inaspettata, la quasi totalità delle mani si alzano. Ma cosa c’entra Instagram?
Per loro abbiamo preparato un materiale cartaceo che ricalca perfettamente i post di Instagram: considerando che i ragazzi non possono usare il cellulare in classe, l’attività è consistita nel riprodurre su carta quello che avrebbero fatto con il cellulare, usando la loro immaginazione e creatività per comporre tre post social con matita e colori per descrivere, con un’immagine e una breve didascalia
COME MI MOSTRO? COME SONO? COME SARO’?
Molti si lamentano di non saper disegnare (una cosa che ormai, purtroppo, bambini e ragazzi fanno sempre meno), altri si chiedono come poter distinguere come sono da come si mostrano e proprio da questi dubbi nascono le prime riflessioni.
Nel frattempo, tutti si sono dimenticati che non abbiamo modificato il setting della classe e, nella maggior parte dei casi, lavorano di buona lena, impegnandosi in qualcosa che li mette a confronto con spirito introspettivo e riflessivo, esprimendo i propri desideri e le ambizioni personali.
Pensavamo che sarebbe stato un lavoro veloce, ma io stesso, dopo vari incontri, mi sono misurato con la stessa attività proposta ai ragazzi. Sorprendentemente mi sono reso conto della difficoltà che si prova nel trovarsi davanti a un foglio bianco (anzi arancione) per raccontare se stessi con sole tre immagini.
Finito questo lavoro, i ragazzi, oramai incuriositi, si chiedono cosa altro possiamo avere in serbo per loro e la risposta è presto detta. Dividendoli in due gruppi, proponiamo loro un cartellone di colore blu con un altro post di Instagram (che abbiamo chiamato Instafuture) sul quale devono creare un’altra immagine, stavolta tutti insieme.
Questa volta ci si confronta unicamente sul futuro, ma non un futuro individuale, bensì un futuro collettivo, nel quale non solo devono immaginarsi come sarò, ma devono anche trovare una linea comune, perchè il cartellone è uno solo, molto grande sì, ma unico, quindi…Come saremo?
In alcune classi i ragazzi pensano bene di dividere lo spazio a disposizione per riservarsi un piccolo riquadro personale; in altre vengono create foto di gruppo in un momento di divertimento o di socialità; in altre altre ancora i ragazzi decidono di affrontare tematiche generali del “mondo adulto”, come il lavoro o l’ambiente.
Il tempo è poco e va sfruttato bene, quindi qualcuno non è particolarmente soddisfatto del lavoro svolto: la propria idea non è stata premiata, l’esecuzione può essere stata frettolosa, la descrizione non precisissima..Ma il Team BTF ha progettato questa attività anche per questo, con l’intento di stimolare il confronto tra una visione di cambiamento (futuro) individuale, dove si è gli unici protagonisti e gli unici attori, e una visione collettiva, dove occorre mediazione, contrattazione, ed empatia per saper prendere in considerazione anche il punto di vista dell’altro, che, essendo un altro individuo, con altri vissuti ed opinioni, deve avere il suo spazio e la sua parte rappresentata.
Dopo due intense ore di attività, ritiriamo il materiale prodotto dai ragazzi e i più pignoli chiedono cosa ci faremo, se possono tenerli, mentre i meno soddisfatti ci chiedono di disfarcene, ma quello che accadrà nel prossimo incontro resta per loro una sorpresa.
L’unica certezza che hanno è che torneremo fra tre settimane per una nuova esperienza insieme, non vediamo l’ora!
Federico Bollini, Coordinatore del Team BTF